Connecting science and communites – The future of dementia care
A Bologna sono presenti Annalisa Zorzi, Roberto Nizzi e Lucia Dellagiacoma per la 35° Conferenza di Alzheimer Europe per informare delle attività che Rencureme svolge anche attraverso i ” Centri di incontro in Fiemme e Fassa”
7 OTTOBRE 2025
Bologna Congress Center
Inclusione e collaborazione: sono queste le parole che hanno guidato la seconda giornata della 35ª Conferenza di Alzheimer Europe.
Francesco “Frank” Parisotto e Chiara Di Domenico, membri del nostro Gruppo di Lavoro di Persone con Demenza, hanno aperto le sessioni organizzate dalla Federazione Alzheimer Italia, dedicate alle Comunità Amiche delle Persone con Demenza e ai Luoghi di Cura “Dementia Friendly”.
Dai loro interventi sono emersi due messaggi che ci stanno particolarmente a cuore:
le decisioni che riguardano le persone con demenza non possono e non devono essere prese senza ascoltare la loro voce;
dopo la diagnosi, la vita continua e merita di essere vissuta con dignità, attenzione e sostegno da parte di tutti, istituzioni comprese.
Parole sincere, che ci ricordano il senso del nostro impegno: dare voce alle persone con demenza, permettere loro di raccontarsi in prima persona, senza intermediari.
LE SESSIONI DI OGGI
Comunità Amiche delle Persone con Demenza
La mattinata ha dato spazio ad alcune delle 67 città italiane che hanno scelto di diventare Comunità Amiche delle Persone con Demenza, impegnandosi ogni giorno per abbattere lo stigma attraverso formazione, informazione e inclusione.
Si è parlato delle farmacie di Bisceglie, dove un fumetto aiuta a riconoscere i primi sintomi; delle scuole del Distretto Ceramico di Modena, protagoniste di percorsi di sensibilizzazione; delle iniziative di cinema inclusivo a Trieste; dei progetti rivolti alle persone con demenza tra la popolazione migrante di Modena e della formazione dedicata ai medici di medicina generale nella provincia di Lodi.
Luoghi di cura che cambiano volto
Nel pomeriggio, al centro del racconto, l’esperienza dell’Ospedale di Baggiovara (Modena), primo in Italia a ricevere il riconoscimento di Dementia Friendly Hospital: un percorso che ha reso l’accoglienza e il ricovero più attenti ai bisogni delle persone con demenza e delle loro famiglie.
Accanto a questa, i progetti avviati nel reparto di geriatria dell’Ospedale Sant’Anna di Como, la nascita del Giardino Alzheimer del Pio Albergo Trivulzio di Milano e il confronto tra due villaggi terapeutici dedicati alla demenza: il Carpe Diem Dementia Village in Norvegia e Le Village Landais Alzheimer in Francia.
Il segretario Mario Possenti ha introdotto la sessione in inglese “The Great Debate in Diagnosing Alzheimer’s Disease”, in cui il professor Nicolas Villain ha aiutato a orientarsi in un tema complesso e attuale: come si deve formulare la diagnosi di Alzheimer?
Il dibattito è aperto: c’è chi ritiene che debba basarsi principalmente su biomarcatori e diagnostica per immagini avanzata, e chi invece sottolinea l’importanza di un approccio più ampio, che includa valutazioni cognitive e l’analisi del contesto di vita della persona.
Il professor Villain ha offerto spunti preziosi per comprendere questo equilibrio e per guardare con consapevolezza alle nuove terapie farmacologiche che stanno arrivando sul mercato.
La giornata si è conclusa con un momento conviviale tra associazioni e Comunità Amiche, insieme alla presidente Katia Pinto.
Un incontro che ci ha ricordato ciò che ci tiene uniti: la forza di non essere soli.
8 OTTOBRE 2025
Bologna Congress Center
Si è concluso oggi un percorso intenso e straordinario, che per un anno intero ci ha visti impegnati come co-organizzatori della Conferenza.
Nei prossimi giorni rifletteremo con calma su quanto questi tre giorni abbiano significato per noi, per il nostro Paese e per l’Europa intera. Nel frattempo, vogliamo condividere con voi qualche riflessione “a caldo”.
Il tema che ha guidato questa edizione — “Connecting Science and Communities: The Future of Dementia Care” — si è rivelato una direzione concreta, non solo un titolo.
Abbiamo visto scienziati in ascolto delle comunità, comunità che hanno dialogato con la ricerca, e un impegno comune verso cure più efficaci, contesti più inclusivi e società più giuste.
Il nostro primo e profondo ringraziamento va alle persone con demenza e ai caregiver, che hanno partecipato con coraggio, competenza e umanità: la loro presenza ha dato significato a ogni discussione.
Ringraziamo inoltre chi ha presentato ricerche, raccontato esperienze e animato i lavori con interventi e poster.
Un pensiero particolare va ai giovani ricercatori e agli studenti, la cui energia e curiosità rappresentano una promessa concreta per il futuro.
E naturalmente, grazie a tutti i partecipanti — in particolare a quelli italiani— per l’entusiasmo e il coinvolgimento dimostrato.
LE SESSIONI DI OGGI
Studi sull’invecchiamento e sul coinvolgimento di comunità
La sessione ha offerto uno sguardo su come ricerca scientifica e iniziative locali possano intrecciarsi per migliorare la qualità della vita delle persone con demenza.
Sono stati presentati: il modello URCA – Unità di risoluzione Crisi Alzheimer di Bari; il progetto Immidem di Modena; il progetto di Trento, con la guida cittadina realizzata insieme a persone con demenza; lo studio InveCe.Ab di Abbiategrasso; e il progetto C-FiND di Pavia, dedicato alla diagnosi precoce dei disturbi cognitivi.
Politiche italiane sulla Demenza
La sessione, organizzata con l’Istituto Superiore di Sanità, ha affrontato i temi chiave per il futuro delle politiche italiane sulla demenza: l’aggiornamento del Piano Nazionale Demenze, la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti e la prevenzione dei disturbi cognitivi.
Si è discusso anche della sfida dei nuovi farmaci, come il lecanemab, che richiederanno centri specializzati, protocolli di monitoraggio rigorosi e una riorganizzazione dei servizi per garantire equità, appropriatezza clinica e sostenibilità.
Infine, è stato presentato il progetto INFORMA 2.0, dedicato alla validazione scientifica e regolatoria di un’app per la stimolazione cognitiva, con l’obiettivo di trasformarla in una terapia digitale riconosciuta dal Servizio Sanitario.
Chiudiamo questa edizione con le parole del segretario Possenti:
“Portiamo con noi lo spirito di questi giorni: la scienza, le storie, le connessioni.
Continuiamo a costruire ponti tra ricercatori, professionisti, caregiver e comunità.
Perché il futuro dell’assistenza nella demenza — come ci ricorda il tema di quest’anno — non nascerà solo dalla scienza, né solo dalle comunità, ma dall’unione di entrambe, insieme, mano nella mano.”
…e da Bologna è davvero tutto.
L’anno prossimo la conferenza si terrà a Dublino!